Ci rivolgiamo ai nostri Concittadini che hanno meno di 40 anni ed a quelli che ne hanno di più, ai primi per spiegar loro com’era Pieve negli anni ’70 e ‘80, ai secondi per rinfrescar loro, speriamo, dei bei e cari ricordi.
Nei due stabilimenti, la “Rumianca e la Tonolli” vi lavoravano più di 1.200 persone, erano insediamenti industriali che nell’Ossola erano secondi rispetto alla sola Villadossola.
Pur avendo si tanti occupati nelle fabbriche nel 1975 nel Comune si contavano ben 850 mucche, per la raccolta e lavorazione del latte c’erano cinque latterie: Fomarco, la Frera, Pieve capoluogo, Rumianca e Megolo.
Pur impegnati nei lavori in fabbrica e nell’agricoltura, i Pievesi trovavano il tempo per frequentare ben 14 fra “osterie e circoli”.
Sul territorio erano presenti ben 15 negozi di commestibili, 3 panifici, 5 macellerie.
All’istruzione di bambini e ragazzi vi provvedevano i tre Asili di Fomarco, Pieve capoluogo e Megolo, l’istruzione Elementare era affidata alle quattro Scuole che si trovavano a Megolo, Rumianca, Pieve capoluogo e Fomarco, mentre per le Medie i ragazzi confluivano tutti a Pieve capoluogo.
Era presene il solo Gruppo Sportivo Pievese con calcio ed ancor prima col ciclismo, gli Atleti delle altre discipline si cimentavano con Gruppi Sportivi al di fuori del Comune.
Da tempo era stata installata l’illuminazione pubblica su strade e mulattiere, si trattava del primo Comune ossolano al di sotto dei 3000 abitanti ad esserne dotato.
Il mantenimento della “cosa pubblica” era oggetto di tantissima cura, strade e marciapiedi sempre in ordine, ben puliti, ai fabbricati veniva riservata una scrupolosa manutenzione, l’acqua pubblica, tutta derivante dalla Marmazza e dalle sorgenti montane, era assicurata ben pulita e potabile, fatte rare eccezioni quando le cipolle erano ostruite dalle foglie, disagio che però durava per poco grazie al pronto intervento del Marino.
Per ottenere tutto questo nel Comune erano presenti: per edifici e strade un addetto per ogni Frazione e due per il Capoluogo, un esperto muratore, un espertissimo fabbro-carpentiere-idraulico ed un addetto per i cimiteri; per controllare tutto il territorio comunale due Guardie municipali, una Guardia campestre ed il Messo-notificatore, insomma Pieve Vergonte poteva definirsi un Paese pulito, ordinato, ben custodito e protetto.
Rispetto ad ora nel Paese erano di gran lunga ben tenuti gli edifici privati e pubblici, gli stabilimenti, che hanno contribuito ad aumentare il tenore di vita dei Pievesi, pur nel pieno della loro attività, collaboravano con gli Amministratori comunali e tutti i loro fabbricati dentro e fuori gli insediamenti industriali erano ben tenuti, puliti ed ordinati, esattamente l’opposto dell’attuale vergognosa situazione ben visibile nei pressi della “Rumianca”.
Insomma era un Paese in cui non ci si vergognava di viverci, anzi eravamo l’invidia dei Paesi vicini, i Cittadini erano per la maggior parte contenti e sicuri, esattamente il contrario di adesso.